Il decreto attuativo del 24 luglio 2024 ha definito il Piano Transizione 5.0, una misura volta a sostenere la trasformazione digitale ed energetica delle imprese italiane nell’ambito della cosiddetta Industria 5.0. Un’evoluzione dell’Industria 4.0 che promuove la sostenibilità e pone al centro l’essere umano, per ridefinire l’approccio del fare impresa in Europa. L’obiettivo è favorire il benessere dei lavoratori e l’uso di nuove tecnologie per armonizzare l’aumento della produttività con la capacità di generare benefici sociali e ambientali, rispettando i limiti del pianeta.
Con uno stanziamento di 6,3 miliardi di euro, il Piano Transizione 5.0 sosterrà, sotto forma di credito d’imposta, i progetti di innovazione avviati dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025 dalle imprese italiane e dalle organizzazioni estere operanti in Italia. Il credito d’imposta può raggiungere fino il 45% del valore di un investimento massimo di 2,5 milioni di euro. Le macchine ottimizzatrici Salvador sono considerate beni strumentali idonei per accedere al credito d’imposta e, nell’approfondimento, descriveremo tutto ciò che è necessario sapere per usufruire di questa opportunità.
Il nuovo Piano Transizione 5.0 considera idonei i macchinari 4.0 che contribuiscono anche agli obiettivi di efficientamento energetico. Nel 2022 le ottimizzatrici Salvador sono state riconosciute beni 4.0 grazie al programma Salvador 4.0, con cui abbiamo scelto di semplificare le procedure per i clienti attraverso una dichiarazione di agevolabilità, elaborata in collaborazione con un ente terzo certificato, per l’intera gamma di macchinari dotati di controllo numerico.
Accertata l’idoneità dei beni, per accedere alla Transizione 5.0 devono essere rispettati dei requisiti di efficientamento quali una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% sull’unità produttiva o del 5% sui processi produttivi. Tuttavia, per ottenere il massimo del beneficio, è necessaria una riduzione superiore al 10% sull’unità produttiva o maggiore del 15% sul processo produttivo.
Per unità produttiva si intende un sito composto da una o più unità locali o stabilimenti situati sulla stessa particella catastale o su particelle contigue, con autonomia tecnica, funzionale e organizzativa. L’unità può gestire tutto il ciclo produttivo, o anche solo una parte, e completare l’erogazione di servizi, parziale o totale.
Il processo produttivo è l’insieme di attività correlate e integrate nella catena del valore, che comprende procedimenti tecnici e fasi di lavorazione per produrre o distribuire beni o servizi. Utilizza risorse, dette input, per trasformarle in prodotti o servizi finali, gli output. In sintesi, l’unità produttiva è il sito dove avviene la produzione, mentre il processo produttivo è costituito dalle attività che trasformano risorse in prodotti o servizi.
Il risparmio energetico viene calcolato garantendo che il confronto avvenga a parità di servizio reso, applicando una normalizzazione rispetto alle variabili operative, come volumi produttivi o servizio erogato, e alle condizioni esterne, come tipologia di prodotto, temperature, carichi di lavoro o stagionalità, che influenzano le prestazioni energetiche.
Questa normalizzazione si basa sull’uso di indicatori di prestazione energetica specifici per la struttura produttiva o il processo considerato, permettendo di valutare il risparmio in relazione alle quantità prodotte.
Per accedere all’agevolazione, è necessario presentare una certificazione ex ante che attesti la riduzione prevista dei consumi energetici derivante dagli investimenti pianificati. A questa seguirà una certificazione ex post per confermare l’effettiva realizzazione degli investimenti secondo quanto dichiarato ex ante.
Per prenotare il credito d’imposta, le imprese devono inviare una Comunicazione Preventiva corredata dalla Certificazione ex ante. L’invio avviene tramite la Piattaforma Informatica “Transizione 5.0”, accessibile con SPID dall’Area Clienti del sito ufficiale del GSE.
Il GSE valuta le comunicazioni preventive in ordine cronologico di invio, verificando il corretto caricamento dei dati e la completezza della documentazione fornita, come il rispetto del limite massimo di costi ammissibili per ciascuna impresa, fissato a 50 milioni di euro all’anno.
Entro 30 giorni dalla ricezione della conferma del credito prenotato, l’impresa deve inviare una Comunicazione riguardante gli ordini effettuati e accettati dal venditore, insieme al pagamento di un acconto di almeno il 20% del costo di acquisizione dei beni indicati negli allegati A/B e degli impianti di autoproduzione.
Ultimato il progetto di innovazione, l’impresa deve inviare una Comunicazione di completamento, accompagnata dalla Certificazione ex post, includendo tutte le informazioni necessarie per identificare il progetto concluso.
Le certificazioni possono essere rilasciate da:
Qualora i nostri clienti necessitino di assistenza con queste procedure, possiamo indirizzarli verso professionisti specializzati.
Come visto, i beni strumentali non possono essere certificati 5.0 di per sé, ma occorre valutare il flusso produttivo e l’effettiva riduzione dei consumi sia in caso di nuove linee di produzione che di sostituzione di linee esistenti. Oltre al credito d’imposta fino al 45%, le PMI possono beneficiare di un ulteriore credito d’imposta fino a 10.000 euro per coprire i costi delle Certificazioni ex ante ed ex post, necessarie per il riconoscimento dell’efficienza energetica.
Tutte le aziende possono cumulare il credito d’imposta con altri incentivi, purché l’importo complessivo del beneficio non superi il costo sostenuto. Inoltre, il credito non concorre alla formazione della base imponibile ai fini del calcolo dell’IRES e dell’IRAP, rendendolo un’opportunità ancora più vantaggiosa.
Ricapitolando, il Piano Transizione 5.0 è un’occasione per le imprese italiane che promuove l’adozione di tecnologie avanzate e l’efficientamento energetico. Con agevolazioni fino al 45% e supporti per la certificazione energetica, l’accesso al credito d’imposta è un vantaggio strategico.
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